PARROCCHIA di SANTO SPIRITO

CHIESA e CASA PARROCCHIALE
VIA del PARIONE, 17
06121 - PERUGIA - UMBRIA - ITALIA
TEL: 00 39 075 572 0731
FAX: 00 39 075 6300355
santospirito@infinito.it

CENTRO PARROCHIALE SHALOM
VIA QUIETA 141
TEL: 00 39 075 573 4838


MESSE

Festive:
Sabato 18.30 S.Spirito
Domenica 9.00 e 11.30 S.Spirito
18.30 Shalom
Feriali:
Tutti i giorni 18.30 Shalom
*Il ven ore 7.15, anche dalla Suore di S.Antonio
Nella chiesa di S.Michele, sab. ore 17 e ore 21 (com.tà neocat. “giovani”)
DOM ore 11.00 a S. Giuliana

I 10 COMMANDAMENTI

Catechesi per giovani e adulti
Sono finalmente arrivati i tanto desiderati incontri con Padre Alceo per i giovani, ma anche per i più grandi: ogni venerdi alle 19 al centro pastorale "Shalom", in via della Quieta:
"I DIECI COMANDAMENTI"
Parrocchia di Santo Spirito in Perugia
Centro parrocchiale Shalom - Via quieta 141
Tel. 00 39 075 574 4838 Cel: 347 0143656
Ogni venerdì dalle 19.00 alle 20.00

E' una predicazione organica per riscoprire la nostra fede e poter vivere da cristiani. E' strutturata intorno ai 10 commandamenti, appunto, ma per guardare la nostra vita con gli occhi di Gesù Cristo che li ha compiuto in pienezza, e li ha raccolti nei 2 commandamenti dell'amore:
- Ama DIO con tutto il cuore
- Ama il prossimo come te stesso
Ci aiuta p. ALCEO, un francescano del TOR (Terzo Ordine Regolare) di Assisi, insieme a una piccola equipe di catechisti

IL PARROCO e i RELIGIOSI

Don SAULO SCARABATTOLI
Don ROBERTO BIAGINI
Don GIORGIO RIVOSECCHI

Salesiani di don Bosco (scuola media, liceo europeo, scuole professionali)
Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino: istituto S. Antonio per accoglienza e “animazione” universitarie.

SCOUTISMO

Gruppo Scout A.G.E.S.C.I. Perugia 1
(Federico e Chiara Pandori 075-9896878)
MASCI (adulti) (Anna Tosti 075-8757145)

Dal 1972 nella nostra parrocchia è presente il gruppo scout che propone un'esperienza scout di crescita ai ragazzi e alle ragazze.
Per iscriversi o iscrivere il proprio figlio nelle liste del gruppo scout scaricare
la scheda, compilarla e consegnarla al parroco; oppure chiamare i responsabili indicati sopra.
Si accettano iscrizioni a partire dai 5 anni.
Cos'è lo scoutismo?
Lo scoutismo è un metodo educativo nato dagli scritti e dalle intuizioni pedagogiche di Robert Baden – Powell intorno ai primi anni del Novecento.
L’obiettivo del metodo scout è sviluppare le capacità globali di ogni ragazzo e ragazza in primo luogo educando al senso critico, cioè a saper distinguere per scegliere ciò che è giusto e respingere ciò che è sbagliato.
In secondo luogo è un’educazione ai valori fondamentali dell’uomo, come patrimonio inalienabile della persona. In questo processo educativo il fine da raggiungere non può mai giustificare i mezzi utilizzati.
La metodologia non è basata su lezioni teoriche, ma sull'imparare facendo, attraverso esperienze concrete di vita nei boschi, cucina al campo, manualità, canto, espressione teatrale, conoscenza della natura, competenza, catechesi vissuta nelle attività pratiche, servizio al prossimo, gioco, etc.
Con questo metodo l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI) si propone di educare i giovani.
L’Agesci è nata il 4 maggio 1974 dall’unione di ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) e AGI (Associazione Guide Italiane), oggi conta più di 170.000 iscritti, è diffusa sull’intero territorio nazionale, sia nei capoluoghi di provincia che nei piccoli comuni.
Attraverso il servizio di circa 30.000 adulti educatori propone il metodo scout a ragazzi e ragazze dai 7 ai 21 anni in oltre 2000 diverse realtà locali parrocchiali, di quartiere o di paese.

I valori dello scoutismo
La Legge scout
La Guida e lo Scout:
1. pongono il loro onore nel meritare fiducia;
2. sono leali;
3. si rendono utili e aiutano gli altri;
4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout;
5. sono cortesi;
6. amano e rispettano la natura;
7. sanno obbedire;
8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà;
9. sono laboriosi ed economi;
10. sono puri di pensieri parole e azioni.
La Promessa scout
Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio:
- per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;
- per aiutare gli altri in ogni circostanza;
- per osservare la Legge scout.
Motto
Il motto dei lupetti (8-12 anni) è “del nostro meglio” ed esprime lo spirito di impegno dei lupetti a migliorarsi, a superarsi continuamente, a progredire nel bene.
Il motto degli esploratori e delle guide (12-16 anni) è “sii preparato” (estote parati) ed esprime la disponibilità ad essere sempre pronti ad aiutare gli altri con competenza.
Il motto dei rover e delle scolte (16-20 anni) è “servire” ed esprime la convinzione che il vero modo per essere felici sia quello di procurare la felicità agli altri mettendosi a loro servizio.
Per informazioni aggiuntive sullo scoutismo: www.agesci.org

CARITA

La vostra operosità NELLA CARITA’
La carità-condivisione. (coordina L. Fabbretti 075 5727185)
RETE (Mariola Battistacci 075-5736074)
Sono persone che nei vari palazzi e zone della parrocchia fanno da “sentinelle”, cose liete e cose tristi… Ognuno può farlo !
VOLONTARIATO a domicilio (Paola Piergiovanni 075-5726589)
PUNTO DI ASCOLTO (Simona Buonaurio 075-5000375)
Ricerca di lavoro, informazioni di vario genere, aiuto a persone in difficoltà…In collaborazione con le ACLI
Tutti i mercoledì ore 17-18
MISSIONI – TERZO MONDO: (fam. Germini 075 30233 e Vecchiocattivi 5848805)
LABORATORIO sull’ Ecumenismo (coordina Nella Borri 075.5052432)
Martedì ore 19 (seguiranno notizie in chiesa)
BUONI SCUOLA (ADOZIONI A DISTANZA): PERU, BRASILE, SALVADOR, NICARAGUA, RAMALLAH, MALAWI: info: PARROCCCHIA di S.SPIRITO 06123 PERUGIA VIA DEL PARIONE 17 – TEL 075 572 0731 FAX 075 571 5028 – CENTRO PARROCCHIALE SHALOM 06124 VIA QUIETA TEL 075 573 4838
e-mail:
santospirito@infinito.it

CORO

Per il servizio alle celebrazioni, e anche per concerti e tournée in Italia e all’ estero
Direttore Huan In Sang – detto Benjamin-

Lunedì, Martedì e Mercoledì ore 19 - 20.15

Presidente: C.Cristallini 075-5721094)

GRUPPO CANTORI LITURGICI:
giovani o adulti che animano il canto con la chitarra
(C.Cristallini 075 572 1094, S.Bianchi, suor Simona)

CONSIGLI

CONSIGLIO PARROCCHIALE PER GLI AFFARI ECONOMICI
Rinovato a Pentecoste 2003, per 5 anni. Per condividere la responsabilità delle scelte “pratiche” della parrocchia.
Membri: Antinolfi Ugo, Via della Corgna, 3-Perugia 075-5726561; Di Stefano Sergio, Via Pellas, 20-Perugia 075-35831; Nucci Massimo, Via del Lago, Chiugiana –Perugia 075-5170940
nuccimassimo@libero.it; Onofri Umberto, Via XX Settembre,19/a-Perugia 075-5724754; Tiecco Paolo, Via Quieta, 6e-Perugia 075-5723973

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), in carica dal 2003 al 2008, tenta di promuovere più efficacemente l’attività pastorale sotto la guida del Parroco ed è immagine e interprete della Comunità cristiana, nella quale tutti i fedeli, con i doni ricevuti dallo Spirito Santo, sono chiamati ad essere corresponsabili. I compiti, i requisiti di nomina, la composizione, la durata, il rapporto con il parroco, le riunioni e le commissioni sono riportate nello statuto del CPP.
Eletto a Pentecoste 2003, per 5 anni (si rinnoverà a Pentecoste 2008). Si incontra una volta ogni due mesi circa, per impostare le scelte di fondo della vita della nostra parrocchia.
Membri: Cristallini Claudio, Via S. Prospero, 5-Perugia 075-5721094; Bianchi Sandro, Via della Consolazione, 15-Perugia 075-5726274; Buonaurio Roberto, Via A. Righi, 2-Perugia 075-5000375
buonaurio@unipg.it ; Balducci Rosanna, Strada Fontana-Trinità, 26 Olmo-Perugia 075-5170023 marcobalducci@libero.it ; Fantini Stefano, Via Fanti, 10-Perugia 075-5726473 stefano.fantini1@tiscali.it ; Onofri Umberto, Via XX Settembre, 19/a-Perugia 075-5724754; Ambrogi Rossana, Via della Pallotta, 10 –Perugia 075-33238; Tiralti Aldo, Via della Corgna, 1-Perugia 075-5720006; Figorilli Fabrizio, Via Fatebenefratelli, 1-Perugia 075-5732197 f.figorilli@libero.it ; Vecchiocattivi Franco, Strada S. Galigano-S. Lucia-Perugia 075-5848805 vecchio@dyn.unipg.it ; Ganci Antonietta, Via A. Vecchi, 193 –Perugia 075-5847124; Panduri Michele, Via XX Settembre, 19/a-Perugia, 075-5727787; Panduri Federico (AGESCI), Via v. d. Circo, 2-Perugia 075-5726878; Bernardini Margherita (Coro),
Via A. Rossi, 10 –Perugia 075-5729016
wildrose@tradingefuture.com ; Giulianelli Luciano (Comunità neocatecumenali), Via Balbo, 24-Perugia 075-30868 cncnord@inwind.it ; Fabbretti Lorena (Caritas), Via Manara, 3-Perugia 075-5727185 lorenafabbretti@hotmail.com ; Attanasio Margherita (Catechisti), Via della Corgna, 5 –Perugia 075-5727705; Pecetti Giancarlo (Liturgia), Via Thaon de Revel, 3-Perugia 075-5008798 giancarlo.pecetti@virgilio.it ; Nucci Massimo (CPAE),Via del Lago, Chiugiana –Perugia 075-5170940 nuccimassimo@libero.it ; Salesiani, Via don Bosco-Perugia 075-5733880; Suore di S.Antonio, Via della Consolazione, 4-Perugia 075-5725630 collegiosantantonio@virgilio.it


COMMISSIONE LITURGICA
(equipe di animazione): per riflettere e orientare la celebrazione per la partecipazione attiva e di fede della assemblea
Membri: Don Saulo Scarabattoli 075 5720731
santospirito@infinito.it ; Giancarlo Precetti 075 5008798 giancarlo.pecetti@virgilio.it ; Maria Luisa Paci; Roberto Bigini ; Suor Simona 075 5725630 ; Claudio Cristallini 075 5721094 ; Iacopo e Cecilia Perri 075 5736729 ; Francesco Seghetta 075 5179032; Roberto Bigi 3470143656 Fabio Piergiovanni 075 5736059

INCONTRI AVVENTO GENITORI CATECHESI

1° INCONTRO SULLA PREGHIERA CON I GENITORI DEL CATECHISMO
“VIGILANZA DEL CUORE”
Che cosa è la preghiera? E’ qualcosa che faccio con le labbra? E’ ripetere formule? E’ qualche cosa di interiore? E’ un atteggiamento nei confronti della vita? E’ qualche cosa che nasce dalla religiosità naturale?
Ascoltiamo Santa Teresa: “PER ME LA PREGHIERA E’ UNO SLANCIO DEL CUORE, UN SEMPLICE SGUARDO GETTATO VERSO IL CIELO, UN GRIDO DI GRATITUDINE E DI AMORE NELLA PROVA COME NELLA GIOIA”.
Ma da dove sgorga la preghiera? Dice il Cantico dei Cantici, che è un dialogo di amore tra uno sposo ed una sposa, tra il Signore ed il suo popolo (prefigurazione del dialogo tra Cristo e la Chiesa): “IO DORMO MA IL MIO CUORE VEGLIA” (Ct. 5,2).
Allora la preghiera sgorga dal cuore, non dalla mente, (più di mille volte la scrittura parla di cuore) non inteso semplicemente come sede dei sentimenti ma come il luogo più profondo dell’essere, luogo della verità, luogo conosciuto da Dio (Signore tu mi scruti e mi conosci - Sl.139), luogo della decisione, da lì nasce anche la vigilanza che ci difende dal precipitare nell’abisso.
Che vuol dire dormire ma con il cuore in veglia? Se ami una persona non la dimentichi perché fai altro o se ami un figlio non dimentichi l’amore per lui perché magari stai lavorando.
Spesso crediamo di essere noi che cerchiamo Dio ma la preghiera è sempre una risposta, il primo che cerca la nostra vita, che attende da noi un SI è sempre Dio.
Già nella Genesi ad Adamo che si era smarrito Dio dice: “DOVE SEI?” (Gn.3,9).
Dio attende ma non obbliga infatti dice nel Cantico 2,7: “NON DESTATE L’AMATA FINCHE’ ESSA NON VOGLIA”. Dio rispetta la nostra libertà, la nostra decisione anche se, come un innamorato non desiste, continua a corteggiarci.
Tante volte ci sembra di non sentire Dio vicino, ma siamo certi di chiamarlo?
C’è un midrash (racconto) che parla di un monaco: un giorno mentre stava nella sua cella vide un essere mostruoso che lo voleva prendere per mano e portare con sé. Allora si mise a gridare: “Signore aiutami! Perché mi hai lasciato solo?” Il Signore rispose: “Io ti ho lasciato solo? Io sono sempre stato vicino a te, sei tu che è da tanto tempo che non mi chiami”.
Molta della nostra vita la trascorriamo presi dal risolvere problemi escludendo Dio, mendicando affetto, comprensione, gratificazione, credendo che la vita ce la costruiamo con le nostre mani; su questo c’è una parola molto seria di Gesù che ci parla di un cieco (privo della vista ma vigile con il cuore perché capisce l’importanza di colui che passa) (leggere Mt. 20,29 e ss.).
Quel cieco siamo ognuno di noi. Come passa Gesù? Attraverso la Parola proclamata, attraverso i Sacramenti, attraverso fatti e persone. Il grido è la preghiera e se invochiamo il Signore lui si ferma e ci ridona la vista cioè ci fa guardare la vita con i suoi occhi.
L’Avvento è un tempo favorevole per la preghiera, per l’ascolto, per la vigilanza (Lodi a Shalom tutte le mattine alle 6,30 escluso Sabato e Domenica, adorazione Eucaristica tutti i Giovedì dopo la Santa Messa delle 18.30 a Shalom…). Approfittiamone!
Lasciamoci aiutare dai Salmi:”IO GRIDO, ABBI PIETA’ DI ME, RISPONDIMI, DI TE IL MIO CUORE HA DETTO CERCATE IL MIO VOLTO. IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO.” Sl.27,8.
Il Signore attraverso la preghiera desidera un incontro serio con noi e ci ripete: “NON VOI AVETE SCELTO ME MA IO HO SCELTO VOI PERCHE’ ANDIATE E PORTATE FRUTTO E TUTTO QUELLO CHE CHIEDERETE AL PADRE EGLI VE LO CONCEDA. QUESTO VI COMANDO: AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI” Gv. 15,17.
C’è una stretta relazione tra la vigilanza del cuore, la preghiera e l’amore. Dirà San Paolo: “GUARDATEVI DAL RENDERE MALE AD ALCUNO, CERCATE SEMPRE IL BENE TRA VOI TUTTI, SIATE SEMPRE LIETI, PREGATE INCESSANTEMENTE, IN OGNI COSA RENDETE GRAZIE. QUESTA E’ LA VOLONTA’ DI DIO IN GESU’ CRISTO VERSO DI VOI” 1a Ts. 5,13
Un cuore vigile allora è attento al Dio che passa, distoglie tutta la sua attenzione dal FARE per cercare di ESSERE, perché è dall’essere in Cristo che scaturisce il fare, l’operare e lo spendersi per l’altro fino a perdere la propria vita.
E’ dall’essere una nuova creatura che respira del respiro di Dio che è la preghiera, che può nascere lo stesso grido della lettera agli Ebrei: “LA TUA LEGGE E’ NEL PROFONDO DEL MIO CUORE, ECCO IO VENGO PER FARE LA TUA VOLONTA’” Eb. 10, 5-7
P.S. –Forse adesso è più facile capire il senso dei conventi di clausura, luoghi di preghiera intensa e prolungata, essi sono il respiro della Chiesa, anche se non ci fossero più fedeli che pregano la Chiesa continuerebbe a vivere grazie a questo respiro vicario.
2° INCONTRO SULLA PREGHIERA CON I GENITORI DEL CATECHISMO
“L’ORA DELLA PROVA”
Preghiera iniziale con il Salmo 117
Breve significato dei salmi: *i salmi sono un linguaggio di relazione con il Signore. Non sappiamo pregare, talvolta facciamo delle preghiere centrate solo su noi stessi chiedendo a Dio: soldi, successo, comodità, ecc. *Come una madre insegna il linguaggio al proprio bambino così fa con noi il Signore, attraverso i salmi ci insegna a relazionarci con Lui. * I salmi sono preghiere ispirate da Dio, compiuti tutti in Gesù Cristo e racchiudono la vita di un popolo che ha sofferto tantissimo. * I salmi sono grida (Eb.5,7) (il cieco di Gerico); non a caso i bambini come prima forma di comunicazione hanno il grido e il pianto.
Ricordiamo i 4 punti principali del 1° incontro:
° Santa Teresa: la preghiera come slancio del cuore…un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia.
° Le grida del cieco di Gerico e il suo cuore vigile al passaggio di Gesù che può guarirlo
°C’è una relazione tra vigilanza del cuore, la preghiera e l’amore (San Paolo)
°Se siamo creature nuove in virtù del Battesimo respiriamo del respiro di Dio e il ns. grido può essere “Ecco Io vengo per fare la Tua volontà” (Eb. 10,5-7)
“PROVA” nella Scrittura ha il senso di conoscere la ns. realtà più profonda al di là delle apparenze.
Tre possono essere gli agenti che prendono l’iniziativa della prova: 1) DIO che prova l’uomo per conoscere il suo cuore (o meglio per far conoscere a se stesso il suo cuore) Dt.8,2.
2) L’UOMO che cerca di andare oltre per dimostrare che lui è come Dio ma in questo subisce la seduzione del 3) TENTATORE che ha la missione di allontanare l’uomo dall’amore di Dio.
Sempre la PROVA è ordinata alla vita mentre la TENTAZIONE genera in noi la morte ontica.
Dio prova l’uomo come ? Con una situazione difficile, con una malattia, con una sofferenza, con un fallimento, con una sconfitta…
Ma Dio manda il male ? NO, Dio non ama né il male né la morte perché è il Signore della vita, ma permette che in qualche modo il male possa raggiungere la nostra vita, anche causato da altri, perché noi possiamo così conoscere il nostro cuore e tornare a Dio. (1 lettera Gv. 1,2-4 e la Perfetta Letizia di San Francesco).
Ma già dai primordi la Scrittura ci mostra come l’uomo abbia desiderato essere come Dio (Creazione) o come il popolo una volta liberato dal potere del faraone giunto nel deserto (dove Dio lo mette alla prova) vuole essere più intelligente di Dio e si ribella (Massa e Meriba) Dt. 6,14-19.
Una figura importante riguardo alla prova è GIOBBE (Gb. 1 e 2; 42,5) che alla fine del suo percorso di vicissitudini avverse può dire: “PRIMA TI CONOSCEVO PER SENTITO DIRE ORA I MIEI OCCHI TI HANNO VISTO”; ma questa affermazione segue la professione di fede e di abbandono a Dio che gli permette di dire nella sofferenza: “IL SIGNORE HA DATO, IL SIGNORE HA TOLTO, SIA BENEDETTO IL NOME DEL SIGNORE” rimettendo così tutta la sua vita alla volontà di Dio senza pretendere di essere lui Dio di se stesso.
L’uomo tuttavia davanti ad ogni prova resta sempre libero di scegliere Dio o di rifiutarlo ma tra la prova e la scelta si insinua la tentazione che coglie l’occasione della prova per portarci lontano da Dio fino alla morte esistenziale facendoci peccare.
Allora la prova implica una lotta contro la menzogna, contro l’inganno di poter trovare vita là dove c’è solo solitudine e morte (questo è il senso di Adamo ed Eva) alla ricerca della verità (Gv.8,31-33), conoscere la verità cioè Cristo che ci fa liberi.
Gesù con la Sua passione e morte è posto dal TENTATORE nella stessa condizione di Adamo e del popolo. In Lui prova e tentazione coincidono, Egli però assume totalmente in sé la prova, la supera e fa splendere l’amore.
In Cristo condannato appare nella sua totalità la sicurezza filiale e in sé accoglie non solo la Sua sofferenza personale ma anche quella di tutta l’umanità, perché ogni uomo in Lui possa divenire figlio adottivo.
Certo nella prova a volte mancano le parole per pregare ma il Signore guarda il cuore e ci aiuta come abbiamo detto con i salmi per metterci sulle labbra parole che noi non sapremmo neanche dire.
La preghiera più intensa e profonda nell’ora della prova è certamente quella di Gesù stesso, chiamata preghiera sacerdotale espressa in Gv. 17, 1-3;6-11.
C’è una strada per uscire dalla prova non annientati e questa è la PREGHIERA FILIALE che non pretende ma si affida alla volontà del Padre; a volte può essere anche lotta contro noi stessi ma che ci aiuta a credere che siamo uomini per il cielo chiamati a fare ogni giorno l’esperienza che in Gesù la morte ed il peccato sono vinti.
La preghiera inoltre ci aiuta ad offrire la nostra singola sofferenza per qualcosa o qualcuno completando quello che manca alla sofferenza di Cristo.

3° INCONTRO SULLA PREGHIERA CON I GENITORI DEL CATECHISMO
“PREGHIAMO CON I FIGLI

Preghiera iniziale con Col. 3,12-15
Perché insegnare a pregare ai nostri figli ?
Non possono un giorno imparare da soli ?
Il problema che dobbiamo porci e’ un altro: sentiamo in famiglia la presenza di Dio ? Abbiamo una fede tale che ci aiuta a sentire in noi il respiro di Dio ?
La preghiera è l’intimità con Dio, creatore e Padre, con colui che guida la nostra vita; un bambino respira questa intimità come respira l’amore, solo successivamente apprenderà la preghiera come conoscenza.
Se crediamo, con la misura della fede che il Signore ci dona e che la Chiesa costantemente ci invita a coltivare perchè si fortifichi sempre più, (vedi Catechesi tradendae art. 43 …il problema centrale è la catechesi degli adulti… che deve essere permanente e sarebbe vana se si arrestasse alle soglie dell’età matura) è nostro dovere, trasmettere la fede ai nostri figli come la cosa più preziosa, come il tesoro cui non si può fare a meno.
Leggiamo Dt.6,4-7
“Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai”
I piccoli di oggi saranno i giovani di domani e si troveranno ad affrontare un mondo con insidie ed inganni che derivano dalla indifferenza, dalla violenza, dal denaro, dal non senso, dall’incertezza, dalla paura, dal relativismo sempre più manifesto.
Tutte le trasgressioni stanno diventando normalità !
Come far conoscere loro Gesù, Dio fatto uomo, salvezza della vita e speranza per l’umanità ?
Chi porterà per primo a loro questo annuncio ? (vedi Catechesi tradendae art. 36)
“Un momento spesso decisivo è quello in cui il bambino riceve dai genitori e dall’ambiente familiare i primi elementi della catechesi, che forse non saranno altro che una semplice rivelazione del Padre celeste, buono e provvidente, verso il quale egli impara a volgere il proprio cuore. Brevissime preghiere, che il bambino imparerà a balbettare, saranno l’inizio di un dialogo amorevole con questo Dio nascosto, del quale comincerà ad ascoltare in seguito la Parola.”
E’ necessario fare anche azioni concrete, simbologie, racconti che incidono notevolmente nel bambino a causa della sua psicologia.
Facciamo alcuni esempi:
E’ importante riprendere (per chi non lo fa) l’abitudine alla Preghiera della sera insieme ai figli suggerendo loro e aiutandoli a fare prima, spontaneamente, una breve e semplice preghiera che abbia attinenza con i fatti vissuti nella giornata (facendola possibilmente anche gli adulti), per creare un collegamento tra la storia e la volontà di Dio, e chiudere con una preghiera tradizionale (P.N.-Ave Maria- Angelo di Dio).
Preghiera prima dei pasti:
ogni volta che ci sediamo a tavola ringraziamo Dio per ciò che ci dona, pensiamo a chi non ne ha ma soprattutto chiediamo che “nostro cibo sia fare la volontà di Dio” (Gv. 4,34).
Facciamo qualche cosa di speciale che sottolinei i Tempi forti (es. il Natale), una poesia che parli di Gesù, una piccola recita dialogata con fratelli o adulti (vedi esempio allegato), la proclamazione di qualche breve passo della Scrittura che riguarda la nascita di Gesù.
Fare il Presepe (insieme ai bambini) cioè avere Betlemme in casa e per i bambini, come dice Enzo Bianchi, è il modo più semplice per lasciare nascere Gesù dentro di se, per rivivere con amore l’evento di Betlemme (consigliamo di leggere l’articolo di Enzo Bianchi –Avvenire 9/12/07).
Vivere i Re Magi: Quest’anno a Perugia il 5 gennaio alle ore 15.30 in Piazza Italia fino in Cattedrale sfilata di figuranti (personaggi in costume, cammelli,ecc.). Andiamo insieme ai Re Magi e ai pastori ad adorare il Signore che è nato.
Sottolineare la Pasqua la fonte a cui attingono tutte le Eucaristie (ma di questo ne parleremo più avanti).
Altre esperienze di genitori: Andare a visitare i presepi viventi e non.
Giancarlo e Luisa

STORIA

La storia del passato è la radice della nostra vita: noi che veniamo, oggi, a celebrare l'Eucarestia a S. Spirito, continuiamo la ricerca di Dio di tanti che, coi loro problemi e le loro gioie, sono venuti a pregare in questa chiesa. Siamo inseriti in una storia che è da prima di noi, e che continuerà dopo di noi: segno del nostro limite, ma anche della speranza: la vita continua - anche la nostra personale, nella casa di Dio. Questi brevi cenni della "nostra" storia, vogliono aiutarci in questo senso. Ringraziamo don Carlo Alberti che con cura e affetto ha ripescato tutte le notizie disponibili. A tutti i parrocchiani attuali e futuri di S. Spirito, l'augurio di sentirsi parte di un popolo immenso, "che nessuno può contare, di ogni tribù, popolo e nazione".

La parrocchia di S. Giacomo in S.Spirito in Porta Eburnea
Il titolo di S. Giacomo in S. Spirito fu dato quando alla parrocchia di S. Giacomo, dopo pratiche che durarono molti anni, venne ceduta in uso la chiesa ex conventuale di S. Spirito, appartenente all'ordine dei Minimi di S. Francesco da Paola, partiti da Perugia l'8 settembre 1861 a causa delle leggi di soppressione degli ordini religiosi da parte del nuovo governo Italiano. La parrocchia in antico era denominata S. Giacomo in Porta Eburnea o S. Giacomo delle Cinque Piaghe in P.E. o Parrocchia delle Cinque Piaghe. Fin dal 1246 si ha qualche memoria della sua esistenza col titolo di Cappella " Ecclesiam Cappellam " di Porta " Borgna". La parrocchia fu costituita dal Cardinale Fulvio della Corgna, vescovo di Perugia, nel 1569, con facoltà ottenute dalla S. Sede; tale istituzione era già stata discussa nel Sinodo diocesano del 1564; per la soppressione della parrocchia di S. Bartolomeo (1615) e di S. Niccolò al Parione (1628) le furono aggiunte molte famiglie. La chiesa di S. Giacomo era piccola e angusta; di notevole si poteva ammirare sopra l'altare maggiore un antico Crocifisso, scolpito in legno tenuto in grande venerazione da una compagnia di laici, detta delle Cinque Piaghe. L'istituzione di detta compagnia forse si deve collegare al Movimento dei Flagellanti Bianchi del 1399, i quali veneravano di un culto particolare le Piaghe del Salvatore. Non si sa quando l'antica chiesa di S. Giacomo in cui aveva sede la Compagnia, sia stata chiamata anche delle Cinque Piaghe. A questa compagnia, in epoca imprecisata, fu unita quella del SS. Sacramento. In questa chiesa in antico si svolgeva una grande manifestazione religiosa quando il venerato Crocifisso veniva portato in processione per le vie del Rione con molta solennità nel Venerdì Santo ogni 25 anni; questa costumanza cessò nel sec. XVII. Tutti gli anni, partendo processionalmente dalla chiesa la Compagnia accompagnava all'adorazione in Duomo per le Quarantore gli uomini di Porta Eburnea la Domenica delle Palme e il Martedì Santo le donne. Nel 1897, quando la chiesa fu dichiarata inservibile per ragioni di pubblica igiene, anche le due piccole campane furono date in deposito nel campanile di S. Maria della Valle, sede allora del 3° Ordine Francescano.

Il convento in Porta Eburnea
I Padri Minimi di S. Francesco da Paola vennero la prima volta a Perugia nel 1574 e si trattennero qualche tempo nelle case parrocchiali dei Santi Stefano e Biagio. Desiderando che l'Ordine loro si stabilisse in questa città manifestarono questo loro desiderio ad alcuni onorati cittadini, i quali posero ogni cura, affinché questi padri conseguissero il desiderato effetto. Fu indicata così, come la più adatta, la contrada di Porta Borgna per la mancanza di chiese parrocchiali, avendo detta contrada patito danno rilevante per la distruzione di S. Maria dei Servi ed altre chiese gettate a terra per cagione della Fortezza Paolina. Fu dunque scelta la Chiesa di S. Spirito, da gran tempo abbandonata dalle monache di S. Margherita. Acquistata la chiesa e la terra per fabbricare il convento, il giorno 12 giugno 1576 i frati minimi Nicola da Renda e Nicola Pisciotti, Calabresi, ne presero possesso accompagnati processionalmente dal Magistrato dei Priori, dal Governatore e dal Vescovo Bossio con numeroso popolo, sperando ciascuno che la vita austera di questi padri fosse ottimo esempio alla città e ai suoi cittadini. La prima opera che i frati Minimi compirono fu la fabbrica del convento, reso "comodissimo" sia ai religiosi che vi dimoravano che ai Novizi dell'ordine. Il nuovo convento aveva anche un orto, annesso alle mura della città, che le cronache del tempo descrivevano " assai dilettevole".

La chiesa di S. Spirito
Fu iniziata la costruzione di questo tempio il 2 aprile 1579. Sospesa per 70 anni, la costruzione fu ripresa nel 1675 sotto la direzione del Padre Girolamo Lemmi da Villico di Modena e col disegno e l'opera di fra Giovanni Vezzosi da Pistoia e fu terminata nel 1689. Furono insigni benefattori il vescovo Lucalberto Patrizi e il dottore Califfo Baccialla che lasciò per testamento una somma ingente per la costruzione del convento e della Chiesa. La chiesa è a croce latina. Ha una volta a botte divisa da fasce e le pareti divise da pilastri dorici, nel corpo dell'edificio in tre comparti ciascuno dei quali in ambedue i lati ha un arco sotto cui era posto un altare. La tribuna si restringe sotto un grande arco e contiene anch'essa cinque archi tra pilastri, formando un semicerchio rotondo; un architrave, fregio e cornicione dorico cinge l'edificio e sopra il cornicione sono aperte delle lunette delle finestre per cui l'ambiente abbonda di luce. La lunghezza della navata è di metri 27 e la larghezza è di m. 13,70; la lunghezza del presbiterio è di m. 5,60 e la larghezza è di m. 9,30; la lunghezza del coro è di m. 6,50 e la larghezza di m. 9,30. La chiesa aveva otto altari e numerosi quadri di Santi, molti dei quali sono opere di pittori perugini del diciottesimo secolo. Dove erano i primi altari, c'è un ornamento architettonico che li incorniciava con angeli a chiaroscuro dipinto a tempera. Questi ornati negli altari prossimi alla porta sono di Pietro Carattoli e mostrano assai buon gusto. Entrando, a destra sul luogo dove sorgeva il primo altare, Madonna col Bambino e S. Michele Arcangelo che abbatte Lucifero; è opera di Francesco Busti (1716-1804), eseguita nel 1767. Sul luogo del secondo altare in alto la SS. Trinità, al centro S. Francesco di Sales benedicente, con ai lati inginocchiati i beati Gaspare da Valenza e Leonardo De Longobardis; questo quadro fu dipinto nella circostanza della canonizzazione dei due beati nel 1788 da Cristoforo Gasperi, nato a Magione nel 1716 e morto a Perugia nel 1804. Entrando, a sinistra sul luogo del primo altare, S. Spiridone che battezza l'imperatore Costanzo; è opera di Giacinto Boccanera (1666-1746). Sul luogo del secondo altare, i Santi coniugi Andronico e Anastasia, rassegnati alla volontà divina per la morte di due figli; è opera di Mattia Batini (1666-1727). L'altare era stato eretto dal colleggio degli Orefici sul principio del sec. XVII. Sul terzo altare, a destra entrando, formato da un maestoso ornamento di legno intagliato con 4 colonne a spirali, quadro di S. Francesco da Paola con pastorale di lamina d'argento e corona d'argento sul capo, di autore ignoto, inizio sec. XVIII. Sull'altare vicino all'ingresso della sacrestia S. Giacomo Maggiore; è opera di Francesco Busti (1678-1767), proviene dalla ex chiesa di S. Giacomo (ora questo altare si trova dalla parte opposta, ed è anche diventato altare del SS.mo). L'altare Maggiore è stato recentemente ristrutturato secondo la nuova liturgia, cioè con la mensa volta verso il popolo. Al di sopra dell'altare in alto, sul tipo di S. Damiano d'Assisi, pende un grande Crocifisso, scolpito in legno ad opera degli artigiani di Val Gardena nel 1939. Nel coro, al centro, grande quadro rappresentante la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, ha intorno una ricchissima cornice in stile barocco; è opera di Lazzaro Baldi (1674-1705). I due quadri laterali rappresentano: l'uno S. Pietro che amministra il Battesimo e l'altro S. Pietro che amministra la Cresima; sono della scuola dei Baldi. Gli altri quadri sono (nel lato sin. del transetto): -"S. Giuseppe con Bambino", pittore umbro del sec. 17°; -"Riccardo Ferniani, Vescovo", fine del sec. 17°; -"Madonna", copia del Sassoferrato, sec. 18°: particolarmente venerata il 2 febbraio; lato destro: -"Annunciazione di Maria Vergine", sec. 16°-17°; -"Immacolata Concezione" di Francesco Busti (1716-1804). In fondo alla chiesa, infine: -"S. Francesco da Paola ricevuto da S. Luigi re di Francia", attribuito al Batini. -"Processione istituita a Roma da S. Gregorio Magno", copia di un quadro del Salimbeni, attribuita al Batini. Intorno al coro girano 2 ordini di seggi intagliati in noce con colonnette scanalate che dividono gli specchi. Sotto il primo arco della tribuna vi era l'antico organo costruito nel 1818 da Angelo Morettini col padre Bartolomeo Tombolini da Moravalle nelle Marche, ex vice generale dell'ordine dei Minimi e illustre cultore di questa bell'arte. Oggi vi è un organo a due tastiere con pedaliera, completamente elettrico, che consta di 17 registri reali e 6 di combinazione. Fu costruito dalla ditta Pinchi Rino di Foligno nel 1942. La consolle era al centro del coro- ora invece nel lato sinistro del transetto- ed il canneggio nella grande nicchia situata dietro il quadro del titolare della chiesa. La chiesa è stata consacrata solennemente e dedicata allo Spirito Santo il 22 settembre 1736 dal vescovo di Perugia Mons. Riccardo Ferniani, come ricorda la lapide sopra la porta della sacrestia. La facciata della chiesa a mattoni non è stata completata. Il campanile non ha forme speciali. E' quadrato e nella parte superiore presenta gli angoli smussati e finisce a cupola. Durante la Repubblica Francese del 1799 le campane furono tolte ma furono ben presto rifuse nuovamente e benedette in occasione della canonizzazione dei beati Gaspare da Valenza e Leonardo De Longobardis dell'ordine dei Minimi, nel 1826. In questa ultima epoca la parrocchia di S. Giacomo in S. Spirito si è ingrandita moltissimo: nel 1912 le fu ceduto il tratto di territorio della parrocchia di S. Faustino fuori Porta Eburnea, comprendente la borgata di San Prospero e la Pescara. Nel 1936, con altro decreto Arcivescovile, le veniva ceduta gran parte della parrocchia dei SS. Biagio e Savino, in occasione del suo trasferimento al Borghetto di Prepo, e cioè tutto il territorio al di sotto del Viale Indipendenza, fino al Viale Cacciatori delle Alpi.